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Clima: occasione persa per i leader del G7

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Venerdì 14 GIUGNO 2024 – BARI – Con l’adozione del comunicato finale si chiude il vertice G7 svoltosi in Puglia dal 13 al 14 giugno. Domani sabato 15 giugno alle ore 14 si terrà la conferenza stampa.

Non si registra alcun passo avanti significativo su clima e finanza rispetto alle ministeriali di Venaria e Stresa. Questa due giorni di incontri dei leader è stata un’occasione persa per rafforzare la competitività industriale del G7, soprattutto nei confronti della Cina, e per rispondere agli impatti crescenti del cambiamento climatico e al fabbisogno reale dei Paesi africani in materia di investimenti e crescita.

Luca Bergamaschi, Direttore e Co-fondatore di ECCO, il think tank italiano per il clima, ha detto:

“È positivo che i leader del G7 abbiano riaffermato il ruolo guida della COP28 e la necessità di un’uscita graduale dai combustibili fossili, partendo dalla riduzione della loro domanda. Di fatto, con il comunicato i leader europei di Italia, Francia, Germania e Commissione Europea riaffermano e rilanciano le priorità chiave del Green Deal, tra cui le energie rinnovabili, lo stoccaggio, le reti e l’efficienza energetica. Quello che manca sono tempistiche e politiche precise al 2030 e al 2050, per accompagnare l’uscita ordinata dalle fossili, partendo dal gas nel settore elettrico e dallo stop a nuove concessioni sul territorio nazionali. Questo sarà proprio uno dei primi impegni del prossimo Governo britannico, se il laburista Keir Starmer sarà eletto Primo Ministro alle elezioni del 4 luglio. Sarebbe la prima volta per un paese G7 ed è esattamente la leadership concreta di cui persone e imprese hanno bisogno per pianificare la transizione e che fatichiamo a vedere qui.”

Nello specifico i leader riaffermano il nuovo obiettivo globale di installare 1500 GW di stoccaggi nel settore elettrico, di terminare la produzione di elettricità da carbone entro il 2035 e di terminare i sussidi pubblici alle fonti fossili particolarmente inefficienti entro il 2025. Quest’ultimo obiettivo è in linea con gli obiettivi di riforma di fiscalità ambientale del Governo come parte del capitolo del RepowerEU del PNRR. La prossima legge di bilancio sarà, dunque, il primo banco di prova. Riconfermato, inoltre, il sostegno pubblico al gas in circostanze eccezionali per terminare la dipendenza energetica dalla Russia. Per maggiori informazioni sullo stato del gas in Italia si veda lo studio “Lo stato del gas: quali infrastrutture per l’Italia?”

Federico Tassan-Viol, Analista Senior Diplomazia di ECCO, il think tank italiano per il clima, ha detto:

“Il gas rimane protagonista nei Paesi G7 nonostante gli scenari di decarbonizzazione mostrino che Italia ed Europa non hanno bisogno di nuove infrastrutture e produzione di gas per la loro sicurezza energetica. La scelta di aprire il Vertice facendo sedere al tavolo solo le partecipate italiane dell’energia, Eni ed Enel, è una scelta anacronistica e miope rispetto ai tanti interessi in gioco e alle istanze di imprenditori e società africane. Nonostante la retorica sulla partnership paritaria con l’Africa del Piano Mattei, il sostegno pubblico a nuovi progetti fossili in Africa mina la capacità di raggiungere questo obiettivo e la credibilità dell’Italia. Non ci sono, infatti, prove che il gas in Africa sia la soluzione migliore per rispondere alle esigenze dei Paesi africani. Al contrario, investimenti fossili in Africa creano meno posti di lavoro delle energie rinnovabili e hanno un impatto negativo sui bilanci pubblici, risultando un fattore trainante del peggioramento della crisi del debito dei Paesi africani.”

Per approfondire l’intreccio tra debito e investimenti fossili nella relazione tra Italia e Africa si veda la nuova pubblicazione “L’Italia e la crisi del debito: quali implicazioni per il partenariato con l’Africa?”

Giulia Giordano, Responsabile Programmi Internazionali di ECCO, il think tank italiano per il clima, ha detto:

“Bene l’attenzione al Mediterraneo, soprattutto in relazione alla transizione energetica. Tuttavia, per poter cogliere appieno le potenzialità delle energie rinnovabili è necessario individuare obiettivi concreti di sviluppo di capacità solare ed eolica su una scala temporale adeguata per contribuire agli obiettivi della COP28 in questa decade critica per il clima. L’Italia deve sfruttare al meglio le prossime occasioni internazionali, come UNGA a settembre e la COP29 a novembre, per individuare questo obiettivo in cooperazione con i Paesi partner della regione e le istituzioni regionali e internazionali.”

Lato finanza per sviluppo e clima, tema centrale della COP29 di Baku di quest’anno, non si registra alcun progresso significativo.

Eleonora Cogo, Esperta Senior riforme finanza internazionale di ECCO, il think tank italiano per il clima, ha detto:

“In vista di un nuovo obiettivo di finanza per il clima da definire alla COP29, è positivo che i leader del G7 dichiarino di voler prendere la guida. I Ministri delle Finanze hanno ora il mandato e il compito di sbloccare le migliaia di miliardi necessari per raggiungere gli obiettivi di Parigi. Le migliori leve sono le riforme delle banche multilaterali di sviluppo, i finanziamenti pubblici agevolati, compreso un aumento in termini reali di IDA21 come richiesto da Banca Mondiale e Paesi africani, e nuove forme di tassazione internazionale. La cooperazione con il Brasile per fare passi avanti nel G20 sarà fondamentale.”

 

Foto di G7 Italy


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